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LE LINEE DI NAZCA
IN BIBLIOTECA

Le linee di Nazca, che prendono il nome dalla località peruviana in cui si trovano, sono giganteschi "geoglifi", ovvero figure tracciate sul terreno. Tra le altre, ci sono uccelli (interpretati come un condor e un colibrì), un ragno, una scimmia, una lucertola.
I geoglifi di Nazca si estendono su un'area considerevole e per questo possono essere visti nella loro completezza solo da una certa altezza. Secondo alcuni autori, questo significa che non era possibile eseguire queste opere senza che qualcuno dirigesse i lavori dall’alto. E’ stato ipotizzato l’uso di una sorta di mongolfiera. Qualcuno, però, è andato ben oltre, chiamando in causa addirittura astronavi ed extraterrestri (si può leggere, per esempio, Erich von Däniken, Gli extraterrestri torneranno, Milano : Ferro, 1969, pp.35-37).
Ma è proprio vero che è impossibile tracciare disegni così grandi senza essere diritto da qualcuno che osserva i lavori dall’alto? Lo studioso scettico Joe Nickell ha suggerito che i disegni potessero essere stati fatti semplicemente con l’ausilio di corde e ha provato con successo a riprodurre in questo modo il geoglifo del condor (Joe Nickell, Cronache del mistero, Roma : Newton Compton, 2006, pp.13-19).
Nel dicembre del 2007, nell'ambito dell'iniziativa "Leggende in biblioteca", la classe quinta della scuola primaria di Moltrasio con la maestra Lorenza ha provato, sotto la guida del bibliotecario del comune, a sperimentare il metodo suggerito da Nickell, sia pure sulla scala ridotta permessa dalle dimensioni della sala polifunzionale dell'edificio che ospita la biblioteca moltrasina. E' stata scelta la figura della lucertola, in una versione un po' semplificata per potere concludere il lavoro nel tempo a disposizione. Si è teso un tratto di spago da un capo all'altro della stanza in modo da avere un asse centrale e da questo, usando uno spago con dei segni a intervalli regolari, si sono fatte le misure per individuare i punti tra i quali tracciare le linee, operazione, quest'ultima, compiuta srotolando carta igienica.

Dopo aver misurato la distanza dall'asse centrale degli estremi dei segmenti che componevano una piccola figura su carta della lucertola (vicino ad alcune delle linee di Nazca, in effetti, si possono ancora vedere incisi i disegni in piccolo), il risultato era convertito nell'unità di misura, più grande, usata sull'apposito tratto di spago. Questo veniva quindi teso a partire dallo spago che faceva da asse della figura in costruzione e perpendicolarmente ad esso. Il punto così individuato veniva quindi congiunto srotolando in linea retta la carta igienica tra il punto precedente e questo. Un'operazione analoga poteva essere svolta dai Nazca legando una corda al primo punto, portandola fino al secondo e tendendola e quindi tracciando la linea seguendo la corda.
Il procedimento è stato ripetuto per i diversi estremi dei segmenti e così sul pavimento ha preso forma la lucertola.

 

 

L'inatteso "orb"

Sembra, comunque, che i cacciatori di leggende siano a loro volta inseguiti dalle leggende. Infatti osservando le foto scattate alla riproduzione della lucertola di Nazca fatta a dicembre si è notato che in una di esse compariva una curiosa forma rotonda azzurra di cui non si era notata la presenza al momento dello scatto.

Questa inaspettata presenza ha suggerito di cominciare il successivo incontro con le "leggende in biblioteca" parlando degli "orbs", aree circolari biancastre dotate di una certa trasparenza che compaiono in alcune foto anche se non erano state viste da chi era lì. C'è chi ne ha dato interpretazioni curiose: entità aliene o provenienti da un'altra dimensione, energie misteriose... In realtà, si tratta semplicemente di un fenomeno ottico: il flash colpisce un corpuscolo che si trova troppo vicino alla macchina per essere messo a fuoco e il risultato è, appunto, l’ "orb".

 


Testo e foto: G. C.
Pagina inserita nel marzo 2008.