BIBLIOTOPIA

ELETTA REVELLI
STORIE FALSE DI VERI ANIMALI
parte I: animali acquatici

Relazione alla conferenza Storie falsi di veri animali, Moltrasio, Biblioteca comunale, 19 aprile 2011
(parte II: animali terrestri, di Giorgio Castiglioni)

Spesso ci dimentichiamo che non siamo soltanto noi gli abitanti di questo pianeta: ci sono tantissimi altri animali che vivono sulla terra, altri in mare o comunque in acqua. Ci sono molti animali che noi consideriamo pericolosi, ma questa è quasi sempre una grandissima bugia.
C'è un animale cosmopolita, che da tantissimi anni cerca di espandersi sul pianeta ed è anche un po' guerrafondaio, gli piace sempre fare guerra contro qualcun altro: l’Homo sapiens sapiens.
Quasi sempre le leggende, i luoghi comuni che sono quasi sempre sfatati, sono dovuti ai nostri desideri negativi, alle nostre paure e al fatto che non li conosciamo minimamente. Uno racconta una cosa, l'altro la ripete e così via: nel giro di poco tempo l'animale diventa un essere pronto a uccidere tutti gli uomini che incontra. Quel che è diverso viene considerato come qualcosa da eliminare. Vale anche tra gli uomini: i neri fino a non molto tempo fa erano considerati diversi. Ora è così con gli arabi: ci spaventano. E poi il nostro essere guerrafondai si vede benissimo nelle riunioni condominiali, con una situazione sempre molto agguerrita.
Tutti questi luoghi comuni nascono dalla nostra ignoranza. Non conosciamo tante cose, ma crediamo di saperne tante. Anche se magari andiamo in vacanza in un mare dall'altra parte del mondo, partiamo come se nulla fosse. Invece dovremmo informarci, sapere quali sono gli animali che vivono in quei mari, attuare comportamenti che non ci mettano a contatto con questi animali e che ci evitino situazioni potenzialmente pericolose. Qualsiasi animale, anche un cane, può esserlo: in qualunque momento potrebbe azzannarvi una mano. Comunque quell'animale cosmopolita che è l'uomo è pure lui potenzialmente pericoloso, al contrario, per gli altri animali. Noi siamo sempre molto bravi a definire pericolosi gli animali, ma noi siamo pericolosissimi per loro. Noi per esempio uccidiamo le foche perché ci piace far vedere che abbiamo i soldi per metterci la pelliccia di foca. Oppure ci piace (non a tutti!) uccidere balene o anche pesci di qualsiasi tipo per mangiarli. A qualcuno piace decorare la casa con oggetti fatti con il dente di un animale, ucciso a tal fine. O ancora, la presenza di qualche formica in casa nostra ci porta ad essere pronti a devastare questi insetti perché ci dà fastidio che abbiano invaso il nostro territorio, quando magari basterebbe capire da cosa sono attratti e prendere questa sostanza e metterla fuori dalla finestra per farle andare via molto semplicemente.

L'orca è assassina?
L'orca viene chiamata così. Esiste anche un film che si chiama L'orca assassina. L'orca ha questa fama negativa perché mangia molti altri animali. E' un animale molto grosso, ha una dentatura molto robusta. E' un animale fantastico perché in base alla zona dove vive ha delle strategie alimentari diverse. Le orche norvegesi residenti tendono a mangiare pesci e hanno una particolare strategia di caccia: i pesci stanno in gruppo formando una specie di palla, le orche si avvicinano, con la coda danno un colpo alla palla e stordiscono un tot di questi pesci, poi tornano indietro e li mangiano. Già questo è fenomenale, ma non si limitano a ciò. Ci sono orche non residenti, cioè che non vivono in zone particolari, ma si muovono. Probabilmente sono queste che si sono attirate il nome di "orche assassine", perché mangiano di tutto. Per esempio attaccano una focena, un altro cetaceo, lo buttano in aria e poi lo mangiano. A noi fa un po' impressione che un cetaceo possa mangiare un altro cetaceo e così vengono fuori le idee di cattiveria, cannibalismo, orca assassina. Può rompere il carapace delle tartarughe, uccide senza problemi altri delfini (l'orca è anch'essa un delfino, il più grosso che esista), foche, addirittura balene e balenottere, animali molto più grossi di lei. L'orca di solito non supera i dieci metri, le balenottere possono arrivare anche a 30-35 metri, ma può capitare che le orche si cibino di questi animali. Vanno in gruppo, seguono animali magari un po' malati, o stanchi, o cuccioli, che sono quelli più facilmente afferrabili. Anche in questo caso hanno strategie impressionanti. Esiste un bellissimo film che si chiama Profondo blu in cui si vede, durante una migrazione, una balena grigia con un cucciolo. Vengono aggrediti da un gruppo di orche. Tra la madre e il piccolo, le orche ovviamente scelgono il piccolo e come metodo per sfiancarlo per ore e ore lo seguono e si buttano sopra la sua schiena in modo da costringerlo a immergersi. Un cucciolo non ha la capacità polmonare di un adulto e dopo ore e ore di attacchi da un animale che pesa diverse tonnellate, il cucciolo non ce l'ha più fatta e viene azzannato e mangiato. Pare che mangino soltanto la lingua, il resto quasi sempre lo lasciano lì.

Il delfino è davvero amico dell'uomo?
Lo fanno sembrare. E noi ci crediamo. C'è l'immagine del delfino sorridente, ma questo “sorriso” è il risultato della morfologia di questo cetaceo. La mandibola alla fine fa una curva verso l'alto. Il delfino, come tutti gli altri animali, non è né buono né cattivo. Sbagliamo noi a dare queste caratteristiche umane. E' l'essere umano che ha deciso di scegliere tra bene e male. Gli altri animali non prendono in considerazione la questione. E' capitato, non una sola volta, ma tante, che delfini abbiano attaccato o anche ucciso esseri umani. Non è impensabile: è un animale più grosso di noi, dotato di denti che possono essere anche abbastanza grossi, che sta nel suo ambiente naturale, per cui è bene tenerlo a distanza. Attacchi a esseri umani sono accaduti in vasca e anche in natura. E' capitato per esempio che un delfino (un globicefalo) abbia trascinato sott'acqua per venti metri una persona, che se l'è cavata: lei dice che l'ha guardato negli occhi e gli ha parlato... mah. Sono animali selvatici. Tocchereste un leone? No. Tocchereste un serpente? No. Perché allora la gente vuole toccare i delfini? E' esattamente come tutti gli altri animali. Certo, sono addomesticabili. Se li si costringe a fare quelle cose per ore e ore le imparano. Come anche i piccioni, animali che vengono considerati stupidi: invece sono in grado di contare.

Le balene sono pesci?
Un marinaio dell'Ottocento diceva: "Come i pesci, le balene hanno la pelle liscia. Come i pesci, hanno le pinne. Come i pesci, hanno la coda. Ne concludo dunque che le balene sono dei pesci". Invece non sono pesci. Sono mammiferi come noi. Sono animali che milioni di anni fa hanno deciso che l'ambiente acquatico era migliore per loro di quello terrestre. Questo è successo dopo la grande estinzione dei dinosauri. Si sono accorti che questo ambiente era vuoto perché i grandi predatori, come ad esempio gli ittiosauri, si erano estinti. E quindi era pieno di prede potenziali. Allora questo strano animale somigliante a un cane si è avvicinato ogni giorno di più all'acqua. C'era cibo in abbondanza e non c'erano problemi di protezione e così, nell'arco di milioni di anni, quella sorta di cagnolino peloso è diventato un animale come noi oggi immaginiamo un delfino o una balena.

Le balene quando emergono fanno uno zampillo di acqua?
Le balene e i delfini, quando emergono, buttano fuori qualcosa. Come noi, respirano aria. Se noi buttassimo fuori dal naso dell'acqua, vorrebbe dire che i nostri polmoni sarebbero pieni di acqua e quindi saremmo morti. Lo stesso discorso vale per i cetacei. Nei polmoni non hanno acqua. Quello che vediamo, che si chiama "soffio", non è altro che l'aria che loro hanno respirato. Nel loro corpo si è scaldata, buttata fuori è più calda rispetto all'aria esterna e produce vapore acqueo.
Il soffio è molto importante per chi studia i cetacei perché è uno dei primi caratteri che permette di avvistarli e riconoscerli anche da lontano. Più grosso è l'animale, più è grosso il soffio. Ognuno di loro lo fa diverso. Il capodoglio, che vive anche nel mar Mediterraneo, ha il naso un po' storto verso sinistra, emette un soffio inclinato a 45° verso sinistra. Anche da lontano, se vedi un soffio così, sai subito che è il soffio di un capodoglio. La balenottera comune, che è l'altro grande cetaceo che vive nel Mediterraneo, invece ha il soffio completamente dritto. Può essere alto fino a sei metri. La balena della Groenlandia ha il soffio diviso in due, come la balena grigia che, però, l'ha più basso. La megattera ne ha due, di diversa altezza. Quella della balenottera azzurra è bello lineare e, siccome è più grossa della balenottera comune, il suo soffio può arrivare ancora più in alto.

La balenottera è il cucciolo della balena?
Molti pensano che il "balenottero" sia il cucciolo della balena. Balene e balenottere sono due famiglie diverse. Tra i cetacei Misticeti (cioè quelli che non hanno denti, ma i fanoni, ossia quelle strutture che permettono di filtrare il plancton) ci sono attualmente quattro famiglie: le balenottere (6-11 specie), le balene (4 specie), la caperea (1 specie) e la balena grigia (1 specie).
La balenottere sono molto più lunghe e affusolate delle balene, più tozze. Le balenottere hanno queste righe sulla gola, che sono dei veri e propri tagli, chiamati "solchi golari". Questi solchi permettono loro di essere così affusolate senza però perdere la capacità di ingurgitare grandi quantità di acqua. La balena ha una bocca più grossa. La balenottera, che vuole essere più veloce, deve essere più affusolata e i solchi sono un po' come le guance del rospo quando canta: si gonfiano. Quando la balenottera vuol nuotare è affusolata e i solchi sono chiusi. Quando vuole mangiare, dilata la gola come fosse una fisarmonica e fa entrare tutta l'acqua che vuole.
Le balene non hanno pinna dorsale. Le balenottere ce l'hanno, sia pur piccola rispetto alle dimensioni dell'animale.

Pinocchio è finito in bocca a una balena?
Nel cartone animato della Disney una strana balena si mangia Pinocchio: questa balena ha i denti. Le balene non hanno denti, ma quelle strutture per filtrare chiamate fanoni. La Disney nel suo cartone in realtà non ha messo una balena, ma un capodoglio, che ha i denti. Si riconosce anche dalla caratteristica conformazione della testa.
In realtà, poi, non è né una balena né un capodoglio l'animale che si mangia Pinocchio nel libro: Collodi lo fa mangiare da un pescecane, "un grandissimo pescecane che veniva soprannominato l'Attila dei pesci e dei pescatori". E' stata la Disney che ha trasformato il pescecane in balena, sbagliando poi tra balena e capodoglio.
Quando vado a parlare con i bambini, mi dispiace tantissimo notare che nessuno sa questa cosa e sono tutti convinti che Pinocchio sia stato mangiato da una balena. Siccome il libro di Collodi è molto, molto più bello del film, vale la pena di farlo leggere ai bambini che non sanno neppure che esiste. E Pinocchio, letto da adulti, è ancora più bello.

E' giusto fare il bagno con i cetacei?
Ci sono tantissime persone che hanno questa strana idea che sia naturale voler fare il bagno in mare insieme a delfini e balene. Noi siamo sempre pronti a giudicare gli animali dal nostro punto di vista, ma non siamo capaci di giudicare noi. Non capiamo due cose fondamentali quando incontriamo un gruppo di animali. Se io li vedo sotto e decido di buttarmi in acqua, non so però cosa stanno facendo. I cetacei passano la maggior parte del tempo sott'acqua: quasi il 70%, alcuni addirittura il 98%, e noi non sappiamo cosa fanno e non riusciamo a vederlo perché la limpidezza dell'acqua dopo pochi metri non basta per permetterci di vedere quel che succede. Sono animali, per esempio, che non mangiano continuamente, come noi: mangiano quando trovano branchi di pesci o il krill. Non fanno sesso sempre, ma solo in determinati momenti. Potrebbe essere che noi ci buttiamo sott'acqua e magari era proprio il momento in cui, dopo lungo tempo, avevano finalmente trovato del cibo e stavano mangiando. Oppure che quello era il giorno degli accoppiamenti. Il nostro calarci improvvisamente in quella situazione fa sì che smettano perché vedono un pericolo potenziale. Così smettono di fare cose fondamentali come il mangiare o il sesso. E poi sono animali selvatici, con denti, molto grossi. Una balena, anche se non ha denti e anche se probabilmente non ci guarderebbe nemmeno, ha però sei metri di coda: quando la muove crea dei vortici. Se si viene presi in questi vortici, si possono anche perdere i sensi. La balena non ha probabilmente intenzione di causare ciò, ma può succedere. Può accadere che un delfino mi venga addosso involontariamente e possono nuotare anche a 40 - 50 nodi di velocità (circa 75-90 km/h): colpiti a questa velocità, ci si può fare un gran male. Sono animali di cui sappiamo quasi nulla: quel che si sa è una piccola frazione di tutto quello che si dovrebbe sapere.
Io sono subacquea e per me vedere bolle d'aria che salgono nell'acqua è normalissimo. Ma ai delfini e ad alcuni altri cetacei le bolle possono fare paura. E' da poco tempo che lo si è scoperto: alcuni cetacei, come la megattera, producono una rete di bolle buttando aria fuori dal naso quando è sott'acqua. Lo fanno per cacciare. E' un comportamento aggressivo. Quindi se la megattera vede un essere che emette bolle, come fa un subacqueo, può interpretarlo come un comportamento aggressivo, di caccia, nei suoi confronti e reagire di conseguenza. Chi fa i documentari, dunque, ha smesso di usare le bombole dato che gli animali si innervosivano e se ne andavano. Ora si usano macchine o si va col boccaglio.

Lo squalo è cattivo?
Ci sono tantissime specie di squali, si va da specie di dimensioni ridotte allo squalo balena che raggiunge i 15 metri. Di queste centinaia di specie di squali, sono solo cinque o sei quelle potenzialmente pericolose per l'uomo. Ovviamente tra queste rientra lo squalo bianco. I danni di uno squalo, quando aggredisce un essere umano, non sono cosa da poco. Ma è una situazione molto rara. Gli esseri umani muoiono molto più frequentemente per una puntura di vespa o di ape, per il morso di un cane, perché investiti da un'auto. Addirittura è maggiore il numero di persone morte perché travolte da un elefante di quello delle persone uccise da squali. Eppure l'elefante è considerato tra gli animali tenerissimi e dolcissimi, mentre lo squalo è talmente odiato che viene massacrato. Ogni anno vengono uccisi 100 milioni di squali, circa 200 al minuto. Hanno una fama così brutta che chi li incontra li vuole uccidere. Vi sarete accorti che quando, d'estate, è capitato nel Mediterraneo che fosse avvistato uno squalo bianco da qualche parte, è partita subito la campagna e tutti sono andati a cercarlo per farlo fuori.
La maggior parte viene uccisa per scopi alimentari: esiste questa terribile tecnica di cattura che prevede che vengano tagliate le pinne e vengano poi ributtati in acqua ancora vivi, perché al pescatore non conviene tirar su il resto dell'animale, sapendo che non lo venderebbe. Si guadagna di più prendendo solo le pinne e il mare, così, è pieno di animali moribondi senza arti che moriranno di una morte terribile. Questo perché quando si va in Oriente ci piace mangiare la zuppa di pinne di squalo e siamo addirittura capaci di spendere fino a 100 dollari per mangiarla. E non sono pochi quelli che la vogliono, se il numero degli squali uccisi è così alto.
Come per i cetacei, anche per gli squali dobbiamo dire che non li conosciamo ed è per questo che non sappiamo come affrontarli. Ogni animale ha una sua etologia. Se avete un gatto, sapete benissimo che quando ha i suoi cinque minuti gonfia il pelo, alza la coda, soffia: è il suo modo di dirvi: "lasciami stare, gira al largo, perché sto per fare qualcosa per difendermi". Lo squalo fa lo stesso. Il problema è che non sapevamo come lo comunica. Lo squalo in questi casi tende a prendere una posizione con la schiena piegata. Il primo ad averlo capito è stato un fotografo subacqueo che si è avvicinato a un gruppo di squali e pensava a che foto meravigliosa sarebbe stata quella dello squalo piegato in quella strana posizione. Quindi aveva continuato ad avvicinarsi e più si avvicinava e più lo squalo mostrava quel comportamento e voleva liberarsi da quel possibile predatore. Soltanto quando abbiamo capito che quell'atteggiamento vuol dire difesa, e quindi passaggio all'attacco, si è capito che anche gli squali hanno un loro modo di rapportarsi con gli altri animali. Quindi stiamo attenti.
Vi leggo questa cosa che ho trovato su internet alcuni anni fa. Per me è fenomenale. E' un progetto che era stato concepito, spero mai finanziato, da qualche parte in Adriatico. "Il progetto tende a concretizzare la possibilità di addestrare i delfini come guardia del corpo per i sommozzatori o per altra persona che lavora nell'acqua. Si pensa persino alla possibilità di impiegarlo per sorvegliare i bagnanti nelle spiagge. E' un pensiero confortante immaginare branchi di delfini, ciascun delfino con il suo bravo paranaso di gomma, che incrociano avanti e indietro, di pattuglia lungo la spiaggia mentre la gente, sotto il loro controllo, nuota o fa il surf senza paura degli squali". Questo è un progetto che qualcuno ha inventato!

Quel che abbiamo nel piatto è il polipo?
Lo chiamano "polipo", ma non è corretto. Non si chiama "polipo", ma "polpo". Il mollusco bellissimo, intelligentissimo, pieno di ventose che vive in mare si chiama "polpo". Il polipo invece è un altro bellissimo animaletto che è l'abitante del corallo. Si pensa quasi sempre che il corallo sia una pianta o una roccia e, purtroppo, ci decoriamo con questo corallo. Invece è la casa di un animaletto chiamato "polipo", una medusa nella forma fissa. Le meduse si dividono in due fasi: quelle che nuotano e che hanno la classica forma di medusa e i polipi che vanno sul fondo e si fissano. Questi bellissimi animaletti ci impiegano una vita a costruirsi la loro casa che poi noi, appunto, distruggiamo perché ci piace mettercela addosso. Poi magari una non mette la pelliccia o altro, ma non sa cos'è il corallo e lo indossa.

Mangiare pesce fa bene?
Tutti gli animali, compresi gli uomini, sono inquinatissimi. Noi mammiferi ce l'abbiamo nel grasso, nel quale si accumulano sostanze inquinanti. Il pesce vive nel mare, che è la spazzatura degli uomini. Qualunque cosa buttiamo, presto o tardi arriva in mare. I pesci sono inquinatissimi.
Il discorso sugli omega 3 andava molto di moda qualche anno fa, ce l'hanno presentato come la manna per tutti i cardiopatici. Ma non è vero. E' il discorso che hanno fatto le case farmaceutiche che hanno inventato le pillole con gli omega 3 e le hanno vendute. Purtroppo non c'è un riscontro. Non esiste una pubblicazione scientifica, un lavoro serio che dimostri al 100% che gli omega 3 facciano bene ai cardiopatici. Anzi, negli studi fatti si rileva che in alcuni casi persone cardiopatiche che hanno preso omega 3 sono morte, mentre altre che non li avevano presi sono sopravvissute. Non si possono ancora trarre conclusioni certe. Potrebbero fare bene, ma non è il caso di prenderli come fossero caramelle. Tenete conto che per assumere omega 3 non c'è bisogno di mangiare pesce: un piatto di lenticchie ha la stessa quantità di omega 3.
L'inquinamento dei pesci è uno dei motivi per cui non bisognerebbe più mangiare tonno e pesce spada. Mi sono resa conto che la gente non conosce la questione del tonno. Il mare è un ambiente lontanissimo, che piace solo perché si va d'estate a farci il bagno, e non si sa che in mare sta avvenendo una guerra fatta dall'uomo contro i pesci. Si chiama sovrappesca. L'abbiamo finalmente capito qualche anno fa e si comincia a parlarne. Tra le prime vittime c'è il tonno. Noi apriamo le scatolette di tonno come fossero acqua, una cosa comunissima, e invece vi do quattro motivi per riflettere se continuare a mangiare più il tonno.
Primo, i tonni, come gli squali, i cetacei e i pesci spada, sono animali che vivono al top della catena alimentare. In natura esiste un processo che si chiama bioaccumulazione. L'inquinante che finisce in acqua passa nei vari livelli della catena alimentare, aumentando di circa il doppio ad ogni livello. Quindi, se noi siamo gli animali che stanno in cima, mangeremo animali che nel loro corpo hanno già decuplicato la sostanza inquinante. Nel tonno o nel delfino una sostanza può essere presente in quantità duemila volte superiore. Quindi mangiamo animali inquinatissimi. Associazioni di consumatori e altri sconsigliano vivamente il tonno per bambini e donne gravide, mentre gli adulti dovrebbero farlo rarissimamente, se ancora insistono a volerlo fare. I metalli pesanti di cui sono pieni sono mercurio e cadmio, che sono in assoluto i metalli più tossici per il corpo umano.
Un secondo motivo è che per la pesca del tonno si usano ancora reti illegali. Si chiamano reti spadare e sono state bandite nel 2002, però purtroppo si trovano ancora in giro. Nelle spadare finisce di tutto, dal delfino alla balena al capodoglio alla tartaruga al pesce luna, animali che non hanno alcun motivo di essere pescati. Ma si guadagna molto di più pescando in quel modo. Sono reti lunghissime, che si allungano anche per dieci chilometri. Sono chiamate anche "il muro della morte". Vengono lasciate andare alla deriva per alcuni giorni. La spadara non è l'unico problema. Anche nelle reti ferretare oltre ai tonni, entrano delfini, tartarughe e altro.
Un terzo motivo è che sono a rischio di estinzione. Nel Mediterraneo il tonno rosso sta finendo. Non siamo noi Italiani che lo mangiamo, perché ce lo portano via i Giapponesi.
Quarto motivo, è quello fiscale. C'è gente che si lamenta se al bar non danno lo scontrino per il cappuccino. Ogni volta che compriamo una scatoletta di tonno, aiutiamo un pescatore che ha fatto una frode fiscale, perché quando le spadare sono state abolite, noi Italiani abbiamo pagato, attraverso lo Stato, circa un miliardo di lire per cambiare tipo di pesca. I pescatori si sono intascati il miliardo, si sono tenuti le reti perché il governo italiano ha detto che non c'era posto per raccogliere le reti illegali e smaltirle. Sono state sigillate, ma il sigillo si stacca facilmente. Quindi i pescatori illegali si sono tenuti i soldi e hanno continuato a usare le reti.
Molta gente è contro la caccia alle balene, e io sono d'accordissimo con loro. Però non sa che, per colpa della pesca (dei pesci, non dei cetacei), ne muoiono decine di migliaia in più di quelle povere centinaia che pescano i Giapponesi. Quindi, si dà sempre la colpa ai Giapponesi, ma anche noi siamo responsabili per le reti con le quali si pesca il pesce che mangiamo senza farci alcuna domanda.
Nel 2009, mentre lavoravo nel mare di Alborán, tra la Spagna e il Marocco, ci è capitato di incontrare uno zifio (un cetaceo che era la specie target del nostro studio) che era moribondo con una rete da pesca che gli aveva avvolto tutta la coda, con il segno di una pugnalata di un pescatore che aveva cercato di toglierlo dalla rete e con cicatrici dovute allo sfregamento della rete. Sarà morto poche ore dopo che l'abbiamo visto, speriamo il più presto possibile, in modo che il dolore sia stato il minimo.
C'è un lavoro fatto da Greenpeace che si chiama "il rompiscatole". Hanno analizzato le più famose marche di scatolette di tonno per verificare quelle che erano etiche e quelle che non lo erano. Di "quasi etiche" ce ne sono solo tre. Tutte le altre non hanno superato l'esame.
Il discorso dell' "ultimo tonno" è molto importante.

Perché ci sono tante meduse?
Se ne parla molto. L'altro giorno ero in banca e l'impiegata, guardando la mia carta d'identità, ha letto "biologa marina" e mi ha detto: "Uh, che bel lavoro che fa! Ma senta: questo problema che quando vado al mare trovo tutte queste meduse, che cosa vuol dire?" Eh,signora, cominci a lavare i vestiti in modo diverso, per esempio, non usando i soliti detersivi, usando un po' meno la macchina, e vedrà che quando andrà al mare non troverà tutte queste meduse. Il boom delle meduse è un fenomeno che c'è sempre stato in natura, ma capitava ogni cinquanta anni, per esempio. Capita che una popolazione animale abbia aumenti improvviso, magari perché ci sono tante prede e si alimentano e si riproducono di più. Quel che avete visto tutti negli ultimi 15 anni è che ci sono continui boom allucinanti, con il mare davvero tappezzato di meduse, tanto che non si riesce nemmeno a entrare in acqua. Questa proliferazione è dovuta a tre fattori umani che sono:
- il surriscaldamento del pianeta: il mar Mediterraneo sta diventando sempre più caldo e dal mar Rosso o anche dall'Atlantico entrano specie di meduse che prima non c'erano e vi trovano condizioni perfetti per riprodursi
- la sovrappesca: eliminando grandi quantità di pesci, togliamo i predatori delle meduse: in determinate zone le meduse non hanno quasi più animali che possano limitarne la popolazione
- i fosfati e i nitrati che buttiamo in acqua: così c'è tantissima sostanza inorganica in superficie che nutre il fitoplancton e zooplancton, che sono il cibo delle meduse
Quindi, c'è per loro tanto cibo e non c'è nessuno che mangi loro. Così diventano una quantità impressionante.
Dunque, non lamentiamoci se andiamo in spiaggia per dieci giorni e non possiamo fare il bagno, perché siamo tutti responsabili di questa situazione.
Le due meduse più famose in assoluto sono la cubomedusa e la caravella portoghese.
La cubomedusa, che, per fortuna, nel Mediterraneo non c'è (vive solo nei mari dell'Australia), è la più pericolosa al mondo. Se la toccate, nel giro di mezzo minuto il cuore smette di funzionare. E' una piaga dell'Australia. Per questo, come dicevo all'inizio, prima di partire, informatevi sui luoghi in cui andate. Chi va in Australia, sappia che facendo il bagno si può incontrare una medusa di questo genere.
La caravella portoghese, in realtà, non è una medusa, ma un insieme di meduse. E' un bellissimo animale i cui tentacoli arrivano fino a 30 metri. Anche questa è mortale. Dà la scossa anche se è spiaggiata. Se vedete meduse anche morte sulla spiaggia non toccatele: possono ancora essere urticanti. Fino a pochi anni fa la caravella portoghese non si vedeva nel Mediterraneo. Ultimamente è stata invece avvistata. E' entrata dall'Atlantico.
C'è poi una medusa che ha tentacoli lunghi fino a 60 metri, con due metri e mezzo di ombrello (cioè la "testa"). E' una medusa che non vedrete mai, comunque, a meno che qualcuno non vada a fare il bagno al Polo Nord. E' una medusa gigantesca, ma, da quel che si sa, abbastanza innocua. Anche se, a vederla, è un po' inquietante.

I piranha sono così terribili?
L'anno scorso negli Stati Uniti è uscito il film Piranha 3D, purtroppo presentato poi anche in Italia. Fa parte del filone del terrore, come la serie dello Squalo, come Tentacoli, La bestia... ne hanno inventate di tutti i tipi.
I piranha sono dei pesci potenzialmente pericolosi, perché hanno dei denti fenomenali e muscoli della mandibola molto potenti. Sono animali che ancora non conosciamo molto bene. Non si capisce perché in alcune zone hanno effettivamente mangiato pezzi di esseri umani (si racconta che in alcuni villaggi sull'Orinoco quasi tutti gli abitanti hanno perso almeno un dito) e in altre zone si può fare il bagno senza problemi. Si è ipotizzato che in alcuni periodi dell'anno mangino determinate cose ed in altri periodi altre. In alcune parti, diventano addirittura erbivori. Bisognerebbe studiarli un po' di più.
Hanno una fama estremamente negativa. Nel film sbranano esseri umani. Potrebbero farlo, in pochi minuti. Ma l'attacco a grossi animali è in realtà molto raro.

 


Eletta Revelli, naturalista, è autrice della pagina sui cetacei del Mediterraneo pubblicata nel nostro sito.