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MAH, n.1, settembre 2005, p.4

Politica
LA COSTITUZIONE EUROPEA
di Pietro Tipori

Si sono spese molte parole sull’approvazione o meno della Costituzione Europea nei vari stati e specialmente sul voto francese. A sentire taluni, il trionfo del no avrebbe provocato inenarrabili cataclismi. Il voto negativo ha prevalso e, ovviamente, nessuna sventura si è per questo abbattuta sulla Francia e sull’Europa.
Un parere interessante era stato espresso dallo scrittore inglese Tim Parks:

“Il vero pericolo per qualcuno, se i francesi effettivamente respingono la costituzione, sarà la scoperta che questo non fa nessuna differenza, che niente, ma proprio niente, è cambiato. […] Ma non c’è da preoccuparsi. Sappiamo già che insisteranno. Riscriveranno la costituzione e la sottoporranno al giudizio del popolo francese ancora una volta, e ancora, finché non sarà accettata, anche se non farà alcuna differenza che la accettino oppure no. Perché allontanare lo sguardo dal progetto interminabile e laborioso che è la costituzione dell’Unione Europea significherebbe affrontare, subito e senza scuse, tutti i problemi impellenti e importantissimi che ci assillano”.

Il voto francese sembra segnalare che sta perdendo terreno la retorica europeista secondo la quale il “progetto” Europa è a priori buono e necessario. L’Unione europea è un fatto positivo se serve a risolvere i “problemi impellenti e importantissimi che ci assillano” e questo può accadere solo se si lasciano in secondo piano retorica e progetti e si pensa invece alla realtà concreta.

Tim Parks, E se scoprissimo che questa Carta è inutile?, “Corriere della Sera”, 25 maggio 2005, p.14.