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MAH, n.2, dicembre 2005, p.3

Evoluzionismo e creazionismo / 2
UOMINI E DINOSAURI
di Giorgio Castiglioni

L’ultima di copertina di L’errore di Darwin di Hans-Joachim Zillmer nella recente edizione economica (Casale Monferrato : Piemme, 2005) annuncia: “Straordinari reperti e indizi geologici mettono in dubbio le teorie evoluzionistiche e svelano una storia del mondo finora sconosciuta”. Sarà vero?
La Terra, a suo dire, sarebbe molto più giovane di quel che ci dicono i geologi (p.58), i quali si sarebbero inventati ere inesistenti come (a suo dire) l’età della pietra (p.302). Forse per compensare l’accorciamento delle età più remote, l’autore allunga invece il Medioevo quando, in una polemica contro il presunto dogmatismo della scienza “ufficiale” scrive: “Pare di ripiombare in tenebre da Medioevo, in epoche in cui […] chi proponeva idee nuove doveva pagare con la morte, come accadde al domenicano Giordano Bruno” (p.21). Lo sfortunato filosofo, però, è stato ucciso nel 1600, quindi un secolo dopo la fine del Medioevo.
Secondo Zillmer, “ogni specie fu presente sulla Terra insieme alle altre e in uno stesso arco di tempo” (p.58), una tesi, peraltro, che oltre all’evoluzionismo farebbe vacillare anche la geometria (come potevano starci contemporaneamente sulla Terra tutte queste specie?).
L’autore afferma in particolare che ci sarebbero prove della coesistenza di uomini e dinosauri, mentre, secondo lui, “la teoria evoluzionistica di Charles Darwin […] vorrebbe che i dinosauri si siano estinti circa 64 milioni di anni fa” e che tra la loro scomparsa e la comparsa dell’uomo passino una sessantina di milioni di anni (pp.5-6). In realtà, la teoria evoluzionista non stabilisce affatto quando una specie appare o si estingue. Se anche si scoprisse che una o più specie di dinosauri, più o meno somiglianti ai loro antenati, sono vissute dopo il Mesozoico o addirittura esistono ancora, si tratterebbe certamente di una notizia esplosiva nel mondo scientifico, ma non sarebbe in contrasto con la teoria dell’evoluzione. A dirci che i dinosauri sono scomparsi al termine del Mesozoico è il fatto che non si è mai trovato un loro resto più recente.
Nel libro di Zillmer la parola “dinosauro” sembra usata genericamente per tutti i rettili preistorici, ma non tutti i rettili preistorici sono dinosauri (p.e. i plesiosauri, che citeremo tra poco, non sono dinosauri). Non solo: leggiamo anche di “un dinosauro del tipo basilosauro” (pp.191-192). Tuttavia il basilosauro non solo non è un dinosauro, ma, a dispetto del nome terminante in “sauro”, non è neppure un rettile. Si tratta invece di un mammifero dell’ordine dei cetacei vissuto nell’eocene (quindi dopo la scomparsa dei dinosauri).
Per sostenere la contemporanea presenza di uomini e dinosauri Zillmer cita le presunte impronte umane dell’area del fiume Paluxy e le pietre di Ica, “prove” che, però, si sono rivelate dei grossolani falsi (si veda l’articolo di Pietro Tipori in questo stesso numero della nostra rivista).
L’autore ricorda anche il caso della Zuiyo Maru, il peschereccio giapponese che nel 1977 trasse a bordo un grosso animale in stato di putrefazione. La bestia era apparentemente dotata di un lungo collo. Si avanzò la fantasiosa ipotesi che fosse un plesiosauro, ipotesi che Zillmer ritiene plausibile (pp.289-290). La carcassa apparteneva invece, come aveva dimostrato anche l’analisi di un campione tratto da una pinna dell’animale, a uno squalo elefante (Cetorhinus maximus). Decomponendosi il corpo aveva perso la parte inferiore del muso e ciò che era rimasto poteva sembrare un lungo collo con una piccola testa.

Per saperne di più:
Squalo elefante della Zuiyo Maru: Glen J. Kuban, Sea-monster or Shark? : An Analysis of a Supposed Plesiosaur Carcass Netted in 1977, in “Reports of the National Center for Science Education”, 17 : 3 (May-June 1997), pp.16-28; on line: http://paleo.cc/paluxy/plesios.htm.