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MAH, n.5, settembre 2006, pp.1-2

Bufale
SPEZZA LA CATENA
a cura della redazione

Alzi la mano chi non ha ricevuto nella sua posta elettronica neppure un messaggio di apparente utilità sociale con l’invito a diffonderlo il più possibile.
Recentemente ci è arrivato, per esempio, quello della “truffa sui cellulari”. “Se ricevete un messaggio sul vostro cellulare che vi prega di richiamare il numero 0141 455414 oppure vi chiamano con questo numero visualizzato, non rispondete e non richiamate per nessun motivo” veniamo avvisati, perché “se rispondete alla sola risposta vi vengono addebitati 50 euro, più 2,5 euro per secondo di conversazione”. Ma com’è possibile che un semplice numero di un telefono fisso con il prefisso di Asti possa succhiarvi di botto 50 euro? La risposta è semplice: non è possibile. Si tratta di una bufala i cui ideatori confidano nel fatto che molte delle persone che ricevono l’avviso lo prenderanno per buono facendolo circolare.
Dopo aver spiegato come il numero demoniaco possa prosciugare una ricaricabile e come i malintenzionati potrebbero, spacciandosi per tecnici delle compagnie telefoniche, clonarvi la sim, il messaggio si conclude indicando l’indirizzo internet www.finanza.it come per dare una fonte ufficiale all’avviso volendo forse far credere che la notizia sia accreditata dalla Guardia di Finanza, il cui sito non ha però tale indirizzo, bensì www.gdf.it. Quello indicato porta a un sito finanziario. Né sull’uno né sull’altro ci sono notizie della presunta truffa.
In una copia che abbiamo visto, per raddoppiare l’apparenza di autorevolezza, l’appello era su (presunta) carta intestata della sezione di una provincia dell’Emilia Romagna della Federconsumatori. La cosa più probabile è che sia stata usata del tutto a loro insaputa (abbiamo scritto alla sezione indicata nel messaggio per avvisarla, ma non abbiamo ricevuto risposta).
Naturalmente c’è l’invito a diffondere il messaggio, messo sia all’inizio del testo (“Se riesci inoltra a più persone possibile!!!”) che alla sua fine (“Informate il maggior numero di persone possibile”).
Una bufala molto diffusa in questi ultimi tempi è quella che invita a boicottare due compagnie petrolifere. Se nessuno fa più benzina (o gasolio) da loro, argomenta il messaggio, dovranno abbassare i prezzi e se lo fanno loro, poi dovranno farlo anche le altre. Insomma, secondo chi ha ideato l’appello, potremmo avere la benzina a metà del prezzo attuale! E qui nasce un dubbio. Il prezzo della benzina è costituito per più della metà da imposte. Quindi anche se le compagnie petrolifere regalassero il carburante non potremmo raggiungere comunque la metà del prezzo. Anche in questo caso non mancava un riferimento autorevole: questa campagna era stata lanciata in Italia dal blog di Beppe Grillo. O almeno così dice il testo in circolazione, naturalmente anch’esso con l’invito a spedirlo a destra e a manca. L’autore della bufala confida nel fatto che nessuno vada poi a verificare. Noi l’abbiamo fatto e, come era ovvio, nel sito del comico genovese non c’è alcuna traccia di questo appello.
Due dirigenti di Msn che si presentano come John e Andy, senza cognome (siamo tutti amici: basta il nome!), invitano a inoltrare a mezzo mondo il loro messaggio: se non girerà abbastanza le caselle di posta elettronica di Hotmail diventeranno disponibili solo a pagamento e verrà chiuso il sistema di messaggistica Messenger. La prima presunta conseguenza non ci sembra una disgrazia che possa gareggiare con quelle minacciate a chi interrompeva le tradizionali “catene di sant’Antonio” e la seconda, a dire il vero, ci sembra più da auspicare che da temere. Se, però, ricevuto il messaggio, vi state sfregando le mani e state per scrivere a tutti gli indirizzi di posta elettronica in vostro possesso per raccomandare loro di non inoltrare per sbaglio il messaggio, fermatevi. Che quel messaggio circoli o meno, non ha alcuna influenza sulla gratuità di Hotmail o sull’esistenza di Messenger: anche questo appello è una bufala.
Come non cascare in bufale come queste? Usando il buon senso, innanzitutto, e verificando le informazioni che ci vengono mandate. Ecco quello che suggerisce un vero esperto in materia, Paolo Attivissimo:

“Parto sempre dal presupposto che tutti gli appelli che ricevo sono bufale fino a prova contraria […]: la maggior parte degli appelli è effettivamente falsa.
Do un’occhiata alla coerenza interna del messaggio. Ci sono contraddizioni evidenti? Allora è assai probabile che sia una bufala.
Poi guardo i dati concreti contenuti nell'appello: riferimenti a date, persone, nomi, aziende indirizzi, leggi o documenti. Se non ci sono riferimenti precisi, anche questo mi fa propendere per la bufala.
Se invece i riferimenti ci sono, li indago tramite i motori di ricerca, come Google […]. Se non trovo niente nei siti autorevoli (riviste di settore online, CNN, BBC, Amnesty International, per esempio), è probabile che sia una bufala.
Sempre in Google, scelgo l’opzione Groups per cercare la stessa frase nell'archivio dei newsgroup.
Poi visito i siti dedicati alle bufale celebri, che sono tappe obbligate di qualsiasi indagine su catene come queste. In genere trovo che l’appello è già stato analizzato e sviscerato (autenticandolo o meno) in uno o più di questi siti.
Prima di raggiungere una decisione, comunque, cerco di avere più di una fonte, dato che anche le testate più blasonate ogni tanto pubblicano stupidaggini e commettono errori. […]”

E noi aggiungiamo che è senza dubbio una buona idea dare un’occhiata al “servizio antibufala” di Paolo Attivissimo prima di inoltrare un messaggio.
L’indirizzo è: http://paoloattivissimo.info/antibufala
Le pagine dedicate alle bufale di cui abbiamo parlato sono:
http://paoloattivissimo.info/antibufala/0141-455414/numero_truffa.htm
http://paoloattivissimo.info/antibufala/caro_benzina_idea_francese/caro_benzina_idea_francese.htm
http://attivissimo.blogspot.com/2005/10/msn-si-paga.html