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MAH, n.5, settembre 2006, p.3

Animali misteriosi
INCREDIBILI INVERTEBRATI
di Giorgio Castiglioni

Nel 1783 Giuseppe Gioeni (1747-1822) pubblicò la sua Descrizione di una nuova famiglia e di un nuovo genere di testacei trovati nel litorale di Catania. L’animale di cui si annunciava la scoperta avrebbe ricordato anche nel nome attribuito al genere, Gioenia, il suo scopritore. “Ne descrive a lungo la struttura” ricordava nel 1799 lo studioso di molluschi Jacques Philippe Raymond Draparnaud (1772-1805) “e il modo di vivere; ne disegnò le diverse parti”. La nuova specie fu inclusa nelle opere del Retz, che la chiamò Triola gioenii, e del Bruguiére, che la denominò Gioenia sicula. Peccato che, scriveva Draparnaud, “questo nuovo genere così anomalo non è neppure un animale completo; è solamente lo stomaco muscolo-osseo dell’animale” chiamato da Linneo Bulla lignaria. Tre ossa erano state scambiate per tre valve. “I due tubi che Gioeni ha chiamato tromba o trachea e tubo escretore sono uno una parte del tubo intestinale e l’altro l’esofago”. La descrizione dello studioso italiano, quindi, “non era assolutamente altro che un romanzo e […] questo animale immaginario, già troppo celebre, deve essere espulso per sempre dalle tavole dei testacei”.
Il naturalista Giovanni Antonio Scopoli (1723-1788) fu entusiasta quando il medico Giuseppe Capitini di Castelnuovo Scrivia (Alessandria) gli portò un vaso in cui era conservato nello spirito di vino uno strano verme che, secondo quel che gli fu riferito, era stato vomitato da una donna incinta il 25 febbraio 1784. Scopoli, appurato che tale animale non era mai stato descritto, gli attribuì un nome, Physis intestinalis, e lo descrisse nell’opera a cui stava lavorando, Deliciae florae et faunae insubricae (pars I, Pavia : Tipografia del monastero di San Salvatore, 1786), facendola illustrare in una tavola con tanto di dedica al botanico Joseph Banks. L’esemplare fu acquistato dal Museo di storia naturale di Pavia ed esposto come una preziosa rarità. Scopoli non sapeva che, prima che a lui, lo straordinario verme intestinale era stato portato al medico piemontese Michele Vincenzo Malacarne. Questi, con l’ausilio del professor Giovanni Dana, aveva esaminato la presunta novità zoologica e fu “riconosciuto che era una impostura, consistendo esso in una trachea tratta dal corpo di una gallina insieme con l’esofago e il gozzo”. La notizia si diffuse. Secondo una versione, Giovanni Serafino Volta, custode del museo pavese, portò via, nascondendolo sotto il mantello, il vaso con la Physis intestinalis per evitare ulteriori derisioni.
Non molto tempo prima del caso della Physis, Scopoli, l’appena citato Volta e altri due studiosi avevano cercato di far credere alle autorità e all’opinione pubblica che Lazzaro Spallanzani avesse rubato diversi pezzi dal museo. Il celebre accusato era stato riconosciuto innocente ed i quattro “congiurati” severamente ammoniti (Giovanni Serafino Volta fu anche allontanato dal museo). La pubblicazione delle Deliciae offrì a Spallanzani un’occasione per vendicarsi di Scopoli. In un libro pubblicato sotto lo pseudonimo di Francesco Lombardini (Lettere due del dottor Francesco Lombardini bolognese al sig. dottore Gio: Antonio Scopoli, Zoopoli [sic: in realtà il libro fu stampato probabilmente dalla Società Tipografica a Modena], 1788), Spallanzani mise in ridicolo Scopoli e la sua opera e, ovviamente, largo spazio era dedicato all’abbaglio della Physis.

FONTI:
[Jacques Philippe Raymond] Draparnaud, Observation sur la Gioenia, in “Journal de Physique”, L (an VIII =1799), pp.146-147.
J[ean]-C[laude] Delametherie, Discours préliminaire, in “Journal de Physique”, LII (an IX =1801), p.19.
[J. N.] Vallot, Sur la prétendue vitalité des crapauds renfermés dans des corps solides, in “Bibliothéque universelle des sciences, belles-lettres, et arts”, 19 : 56 (1834), parte “Sciences et arts”, p.261.
Paolo Mazzarello, Costantinopoli 1786 : la congiura e la beffa : l’intrigo Spallanzani, Torino : Bollati Boringhieri, 2004, pp.264-300.