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MAH, n.7, marzo 2007, pp.1-4

Paranormale
I FALLIMENTI DELLA SENSITIVA
di Giorgio Castiglioni

“Ragazza ritrovata in fondo al lago da una medium” titola in prima pagina il quotidiano comasco “La Provincia” il 12 settembre 2005.
La medium di cui si parla è Maria Rosa Busi, di Brescia. I genitori di Chiara, una ragazza di Bellano scomparsa nella notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre 2002, l’hanno contattata. “Quando i genitori mi hanno spedito la fotografia della ragazza” dichiara la sensitiva “ho sentito che era da qualche parte nel lago. Che non era in giro per il mondo” (“La Provincia”, 12 settembre 2005, p.9 –da qui in avanti, gli articoli tratti da “La Provincia” saranno indicati con la lettera P seguita da data e numero di pagina). La signora Busi racconta di essere passata in auto a Dervio e dice: “Arrivata prima dell’imbocco della galleria ho sentito un’energia invadermi” (P, 13 settembre 2005, p.7). Ricevute le indicazioni della sensitiva, una squadra di volontari del Gruppo soccorso del Sebino si mette all’opera e trova sul fondale del lago l’auto di Chiara e, all’interno, il corpo della ragazza.
Il ritrovamento si può spiegare solo con le presunte facoltà della signora Busi? In realtà, che l’auto con il corpo della sfortunata ragazza fosse in quella zona del lago era ciò che già si pensava. Come ha fatto notare Giovanni Panunzio, di “Telefono antiplagio”, “la madre […] aveva già affermato che secondo lei la figlia era caduta nel lago. […] Era già stato detto anche che la ragazza, per tornare a casa, avrebbe percorso un certo tratto della strada che costeggia il lago” (P, 14 settembre 2005, p.4).
Leggiamo anche quanto riferì il sindaco di Bellano Sandro Cariboni: “Questa primavera è venuta da me, mi ha mostrato una cartina su cui aveva disegnato delle crocette, in particolare quella a 100 metri dalla spiaggia. E lì hanno trovato l’auto” (P, 16 settembre 2005, p.7). Il sindaco voleva sottolineare il successo della signora Busi, ma in realtà ci dà un elemento in più per metterlo in dubbio: contrariamente a quanto potrebbero far pensare le affermazioni più volte ripetute dai giornali in merito al caso di Dervio, la signora Busi aveva tracciato non una, ma più crocette sulla sua cartina.
Insomma, analizzando con un minimo di attenzione la vicenda, ci si accorge che il “successo” della sensitiva non è poi così straordinario. Basta, però, a convincere molti che la sensitiva sia davvero in grado di localizzare i corpi. Le viene chiesto quindi di guidare le ricerche di Matteo, un giovane annegato mentre andava in kayak sul lago di Pusiano.
Maria Rosa Busi giunge a Pusiano il 22 settembre 2005 e dichiara che il corpo è tra l’Isola dei Cipressi e la sponda. I sommozzatori che seguono le sue indicazioni, però, non trovano nulla. “Un nulla di fatto dietro l’altro”, commenta il cronista Alberto Gaffuri (P, 27 settembre 2005, p.29).
Il 3 novembre la sensitiva si guadagna un passaggio televisivo su Rai Due. Alla trasmissione “La vita in diretta” assicura che già il sabato seguente il corpo sarebbe stato recuperato. Il sindaco di Pusiano Luciano Traversone non sembra molto convinto dai proclami della veggente e ricorda: “Già la scorsa settimana la Busi aveva detto che avemmo trovato il corpo tra venerdì e sabato”.
Nonostante la signora Busi offra “dovizia di particolari” e anzi indichi “il punto esatto”, ancora una volta non si arriva a nulla. Di fronte al nuovo insuccesso, cosa dice la sensitiva? “E’ arrabbiata e non intende rilasciare alcuna dichiarazione”, dicono i suoi accompagnatori (P, 6 novembre 2005, p.25). La sensitiva garantisce che il 12 novembre si troverà il corpo (P, 12 novembre 2005, p.28). Il 13 novembre l’occhiello dell’articolo de “La Provincia” riferisce: “Ieri secondo la Busi doveva essere la giornata decisiva, ma del corpo del ragazzo ancora nessuna traccia” (P, 13 novembre 2005, p.24).
Oltre alla signora Busi si mette all’opera sul caso di Pusiano anche il radioestesista di Lecco Aristide Milani. Facendo muovere il suo pendolino sopra una cartina del lago in scala 1 / 2000, sente che il corpo del ragazzo è “sui fondali del tratto alle spalle del cimitero, proprio di fronte a un piccolo promontorio che entra nel lago” (il promontorio di San Lorenzo). “Ne sono sicuro” afferma deciso Milani (P, 16 settembre 2005, p.26). Curiosamente, si mostrerà altrettanto sicuro due mesi dopo indicando tutta un’altra zona del lago (e qui il medium raccoglie una frecciatina da parte del giornale: “dopo aver dato […] indicazioni del tutto diverse, adesso non ha più dubbi” – P, 13 novembre 2005, p.24).
Milani racconta che il 5 novembre ha raggiunto un grado di certezza ancora maggiore grazie al fatto che è entrato “in comunicazione medianica con il defunto da una quindicina di giorni perché ho scoperto che la sua polarità individuale è uguale alla mia”. “Parole oscure e indecifrabili” commenta giustamente la cronista Maura Galli. “La radiestesia sfrutta comunque il campo del razionale” sostiene Milani (ma ci sarebbe molto da dire su tale affermazione) e poi aggiunge: “io invece sono riuscito a varcare il muro al di là del quale regna l’irrazionale” (e qui non sarò io a contraddirlo). “Adesso però l’irrazionale dovrà subire il confronto con la realtà”, conclude l’autrice dell’articolo (P, 7 novembre 2005, p.15). Il confronto viene ancora una volta perso. Un paio di settimane dopo, il radioestesista - medium arriva sul posto. Il corpo, sostiene, è “in un raggio di 25 metri” tra l’isola e la riva. Per l’ennesima volta la ricerca è infruttuosa (P, 22 novembre 2005, p.26).
A Pusiano è arrivato, intanto, anche Marco Morocutti del Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale), l’organizzazione che indaga con occhio scettico i presunti fenomeni paranormali. Morocutti vede più chiaro dei chiaroveggenti: “In realtà queste persone non percepiscono niente; non occorre proclamarsi veggenti, in alcuni casi è sufficiente avere circostanziate conoscenze del luogo, delle modalità della scomparsa della persona, per dire con discrete probabilità di successo che il cadavere è qui piuttosto che là” (P, 8 novembre 2005, p.33).
In effetti, per l’indicazione data dalla signora Busi (e poi anche da Milani) non c’era certo bisogno di un suggerimento paranormale. Come riconosceva un articolo del quotidiano comasco, “è la stessa logica a lasciar presagire che il corpo di Matteo possa trovarsi in quello stretto lembo d’acqua, se non altro perché, quando fu avvistato per l’ultima volta prima di inabissarsi, il suo kayak si trovava proprio in quella zona del bacino” (P, 5 novembre 2005, p.27).
Stando alle cronache, la sensitiva avrebbe poi indicato, all’interno di quell’area, un punto preciso, indicato sulla cartina fornita ai sommozzatori. Morocutti chiede di poter vedere la cartina, ma il sub gli dice che Maria Rosa Busi ha tassativamente proibito di mostrarla (inserto “Lombardia” del “Corriere della Sera”, 22 novembre 2005, p.11 – da qui in avanti l’inserto sarà indicato con la sigla CS-L). Non credo che il ricercatore del Cicap se la sia presa: in effetti una risposta del genere è più eloquente di qualunque crocetta.
Maria Rosa Busi si pronuncia anche sul caso di Isabel, una donna di Appiano Gentile di cui si perse ogni traccia nel 1999. La signora Busi annuncia alla sorella: “Sento che Isabel è viva. Si è allontanata perché aveva scoperto di avere un tumore. Si è ritirata; è molto malata. […] Sarà lei, presto, a farsi sentire” (P, 9 febbraio 2006, p.23). Non sappiamo cosa la sensitiva intenda per “presto”, ma, essendo passato un anno intero, pare inevitabile dover classificare anche questo tentativo tra quelli falliti.
Nel marzo del 2006 arriva la notizia del rapimento di Tommaso, un bimbo di un anno e mezzo. Un’altra medium, Costantina Comotari, fa cercare inutilmente il corpo nel fiume Magra. Interviene anche Maria Rosa Busi. “Il bambino è vivo”, afferma (P, 26 marzo 2006, p.6). Purtroppo non è così. L’orrenda verità, come si verrà poi a sapere, è che il bambino è stato ucciso (v. a. Marco Morocutti, Un nuovo, triste fallimento per i veggenti “detective”, in “Scienza & Paranormale”, n.66, marzo-aprile 2006, pp.6-7).
Nel novembre del 2006 si torna a parlare del caso di Chiara. In base alle indagini svolte si pensa che non si tratti di disgrazia o suicidio e che la ragazza sia stata uccisa facendo finire l’auto nel lago. Qualcuno potrebbe chiedersi: se la signora Busi era in contatto con Chiara, come poteva non conoscere un fatto così rilevante? La medium, però, replica che lo sapeva. Tuttavia, aggiunge, “non potevo dirlo prima, perché dall’aldilà Chiara mi aveva fatto promettere di non svelare la verità” (“Corriere della Sera”, 10 novembre 2006, p.22). Quale che sia la motivazione, ciò che viene detto dopo il fatto non può ovviamente essere preso in considerazione.
Nello stesso mese la stampa locale dedica numerose pagine alla scomparsa dei coniugi Adalgisa e Achille. Si scoprirà che il marito ha ucciso la moglie e poi si è tolto la vita. Anche qui compare Maria Rosa Busi. E’ interessante una dichiarazione con la quale la sensitiva cerca di attribuirsi un successo: “avevo già detto che entro 8 giorni sarebbero accadute cose importanti: infatti è stata ritrovata l’auto” (CS-L, 24 novembre 2006, p.12). E’ evidente che una profezia come “entro otto giorni accadrà qualcosa di importante” è talmente generica che può essere in seguito adattata a qualunque cosa sia successa.
Le indagini vere portano i carabinieri a Montespluga, in provincia di Sondrio, dove si seguono due piste: le baite e lo specchio d’acqua formato dalla diga (CS-L, 23 novembre 2006, p.11). La sensitiva sceglie la seconda ipotesi, dicendo che è “molto probabile” che il corpo di Adalgisa sia in fondo al laghetto artificiale. “Avevo già ‘visto’ che era nell’acqua”, aggiunge (CS-L, 24 novembre 2006, p.12). Anche questa volta, però, ha visto male: i corpi dei due vengono ritrovati in una baita.
Insomma, se il primo caso era evidentemente insufficiente come prova dei presunti poteri paranormali di Maria Rosa Busi, da quelli successivi emerge un verdetto nettamente contrario. Nel complesso i risultati sembrano anche inferiori a quelli che ci si poteva attendere in base alle informazioni disponibili e alla casualità. Scegliendo a caso tra le due sole possibili risposte nel caso di Tommaso (vivo / morto) e tra le due ipotesi dei carabinieri per Adalgisa e Achille (nel laghetto artificiale / in una baita), c’erano tre probabilità su quattro di indovinare almeno una volta. La sensitiva, come abbiamo visto, ha sbagliato in entrambi i casi.
La conclusione è la stessa di tutti gli studi sul contributo di presunti sensitivi a ricerche e indagini: non c’è un solo caso che ha retto quando dalle dichiarazioni roboanti e dai titoloni dei giornali si è passati alla verifica dei fatti.
E’ possibile che una persona sia convinta in buona fede di possedere doti soprannaturali. Di fronte a ripetuti fallimenti è lecito aspettarsi che si ricreda. Ma anche se la convinzione fosse tanto forte da far classificare tutti gli sbagli come semplici incidenti di percorso, resterebbe comunque la constatazione che le risposte suggerite dalle “sensazioni”, quale che ne sia la causa, si rivelano in gran parte erronee.
E’ accettabile, allora, dare questo tipo di risposte a chi è duramente provato dalla perdita o dal timore di perdere (o aver già perso) una persona cara? E’ accettabile creare ansie e illusioni?
Prendiamo il caso di Isabel. La signora Busi non ha pensato a quale angoscia e disperazione si possa provare nell’apprendere che una persona cara è gravemente malata, ma non si può neppure raggiungerla perché non si sa dove sia?
Sarebbe quindi opportuno che i presunti sensitivi evitassero di pronunciarsi in casi che toccano in modo drammatico la vita e i sentimenti delle persone. In fondo, rimarrebbero loro comunque campi assai spettacolari in cui esercitare i loro presunti poteri. Trovare tesori nascosti, per esempio. La stessa Maria Rosa Busi, come ricorda il citato Marco Morocutti in suo articolo (lo si può leggere a questo indirizzo: www.cicap.org/articoli/at102000.htm), aveva dato indicazioni per trovare il tesoro di Mussolini che diceva essere sepolto al Vittoriale. Tanto per cambiare, però, gli scavi non hanno portato alla luce nulla.

TESTI SU SENSITIVI E INDAGINI
Joe Nickell, Cronache del mistero, Roma : Newton Compton, 2006, pp.197-200.
Paranormale, Watson?, supplemento al n.66 di “Scienza & Paranormale”, marzo-aprile 2006 (contiene articoli di Piero Angela e Joe Nickell).
Massimo Polidoro, L’illusione del paranormale, Padova : Muzzio, 1998, pp.104-116.
Massimo Polidoro, La veggente di Como, in Massimo Polidoro – Luigi Garlaschelli, Investigatori dell’occulto, Roma : Avverbi, 2001, pp.72-73.
Mary Roach, Spettri : apparizioni, ectoplasmi e care presenze : la vita dopo la morte secondo la scienza, Torino : Einaudi, 2006, pp.106-121.