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MAH, n.10, dicembre 2007, p.1
Illusionismo
GIUSEPPE LEONI, L'UOMO INCOMBUSTIBILE
Tra la fine del 1807 e l’inizio del 1808 Giuseppe Leoni (nato a Parè,
un paese vicino a Como, il 5 aprile 1778) presentò in Italia, con il
nome d’arte Lionnet, i suoi numeri di incombustibilità. Leoni faceva
passare un ferro rovente su braccia, gambe, capelli, volto e lingua, esponeva
la faccia alle fiamme, poneva una candela accesa sotto il braccio, beveva olio
bollente, metteva mani e piedi nel piombo fuso ed eseguiva altre simili prove.
Giorgio Follini, che invitò Leoni a ripetere i suoi numeri davanti a
lui e ad altri studiosi, concluse che le imprese dell’uomo incombustibile
potevano essere spiegate con “l’uso di qualche sostanza poco conduttrice
del calore, l’abitudine, e la destrezza di mano”.
L’erudito comasco Giambattista Giovio, che aveva assistito a un suo spettacolo,
aveva notato che quando un piede si fermava su una lama rovente lo si vedeva
“fumar forte” e per questo sospettava che fosse coperto da una sostanza
che lo proteggeva. Il naturalista Carlo Amoretti riferì che Leoni aveva
ammesso “che d’una certa unzione si valea”. Luigi Sementini,
professore di chimica, riteneva che potesse trattarsi di allume. L’ipotesi
ricevette una conferma da Follini: osservando al microscopio l’alcool
con cui aveva strofinato le braccia di Leoni e facendo anche una prova “col
gusto”, lo studioso rilevò che si trattava di allume.
Chi è interessato alle imprese dell’uomo incombustibile di Parè
può leggere un articolo del nostro collaboratore Giorgio Castiglioni
per “Magia”, la prestigiosa rivista di “cultura magica”
diretta da Massimo Polidoro (L’incombustibile Leoni, in “Magia”,
n.5, 2007, pp.42-48). Durante il 2008 è previsto un arricchimento della
sezione “Il mondo di Giuseppe Leoni” sul sito di Bibliotopia:
http://bibliotopia.altervista.org/leoni