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MAH, n.19, marzo 2010, pp.1-2

Leggende metropolitane
IL CANE E L'ESPLOSIVO
di Giorgio Castiglioni

Nel racconto di Jack London Moon Face (Faccia di Luna, 1902) il narratore nutre nei confronti di un tale John Claverhouse un odio senza motivo, ma tanto profondo da volerlo uccidere. Sapendo che l’uomo pratica la pesca con gli esplosivi, gli regala un cane addestrato per il riporto. Quando Claverhouse arriva al laghetto e lancia il candelotto di dinamite, il cane si lancia in acqua, afferra l’esplosivo e torna indietro. L’uomo cerca di scappare, ma il cane lo insegue e lo raggiunge. L’esplosione li uccide entrambi.
Già qualche anno prima, lo scrittore australiano Henry Lawson aveva pubblicato il racconto The loaded dog (1899) nel quale un cane raccoglie una cartuccia di esplosivo che un uomo intendeva usare per pescare (la miccia si accende quando l’animale passa vicino a un fuoco) e rincorre l’uomo e due suoi amici per portargliela. Dopo una serie di peripezie, un cagnaccio aggressivo attacca il cane con la cartuccia costringendolo a lasciarla e sarà questo cane prepotente a esplodere.
Una somiglianza ancora maggiore nella scena del cane con l’esplosivo c’era tra Moon Face e il racconto di Frank Norris The passing of Cock-eye Blacklock, comparso poco prima sul “Century Magazine” del luglio del 1902. Un cane abituato a riportare quel che viene lanciato capita nel luogo dove il personaggio del titolo sta, come è sua abitudine, pescando gettando con la dinamite. Il cane si butta in acqua, agguanta l’esplosivo e lo riporta a Blacklock che cerca di fuggire, ma invano: l’esplosione uccide cane e uomo.
Quando il racconto di London uscì sul “San Francisco Argonaut” del 21 luglio 1902, lo scrittore fu accusato di plagio nei confronti di Norris. Il giornale replicò che il manoscritto di London era arrivato alla redazione prima che uscisse il racconto di Norris e che, comunque, la vicenda del cane era stata ripresa da una notizia pubblicata sul “California News” nel novembre precedente (Labor – Leitz, 1998).
Questa notizia, peraltro, non era la prima occasione, né sarebbe stata l’ultima, in cui la storia di un cane che riportava l’esplosivo veniva presentata come un fatto realmente accaduto.
Su “The Graphic” dell’1 agosto 1885 si raccontava che la settimana precedente nel Carmarthenshire, in Galles, alcune persone stavano facendo esperimenti con la dinamite, buttando l’esplosivo in uno specchio d’acqua per valutarne la potenza in base al volume di liquido che l’esplosione gettava in aria. Da quelle parti passava, però, un cacciatore il cui cane si precipitò in acqua a prendere l’esplosivo e lo riportò verso il padrone che, dopo aver invano gridato al cane di deporre il pericoloso oggetto, lo tenne lontano a sassate fino all’esplosione che ridusse “in atomi lo sfortunato animale”.
Nel terzo volume di Lands and peoples of the world di J. A. Hammerton (1985), come esempio della pericolosità della pesca con gli esplosivi viene citata la disavventura di un gruppo di giovani australiani che, lanciata una bottiglia in cui era stata posta della dinamite, se l’erano vista riportare da un cane e avevano rischiato la vita.
Nel 1997 la storia del cane esplosivo si diffuse in internet in una nuova versione. Due amici vanno a caccia di anatre ad un lago ghiacciato con un cane labrador. Per attirare le anatre, i due pensano di liberare una certa area dal ghiaccio. Lo strato è assai spesso, tanto che vi hanno potuto parcheggiare sopra la nuovissima jeep con cui sono arrivati, ma i due hanno con loro un candelotto di dinamite. Accendono la miccia e lo lanciano. Il cane scatta, raccoglie l’esplosivo e torna di corsa dal padrone. I due, spaventati, urlano al labrador di fermarsi, ma il cane continua ad avvicinarsi. Uno dei due, allora, prende il fucile e spara al cane. I pallini per anatra non lo uccidono, ma lo spaventano e il labrador va a rifugiarsi sotto la jeep. La dinamite esplode e il veicolo sprofonda nel lago.
Secondo la versione raccolta da Jan Harold Brunvand il fatto si sarebbe verificato in Georgia. Barbara Mikkelson riferisce una versione quasi identica, ma ambientata nel Michigan. L’uno e l’altra, comunque, sono d’accordo nell’attribuire senza esitazioni alla storia lo status di leggenda metropolitana. Mikkelson nota che se i laghi sono coperti da uno strato di ghiaccio così spesso le anatre devono essersene andate già da un pezzo e che un cane da riporto dovrà pur conoscere e obbedire ai comandi di fermarsi e di depositare a terra ciò che ha afferrato.
Ovviamente il lettore può applicare quest’ultima osservazione anche alle notizie citate sopra e decidere se ritenerle resoconti di fatti realmente accaduti o, piuttosto, versioni precedenti di una leggenda metropolitana.


FONTI:
A dog’s instinct to fetch and carry, “The Graphic”, 1 agosto 1885, p.119.
Henry Lawson, The loaded dog, 1899, http://www.dropbears.com/l/loaded_dog/index.html
Frank Norris, The passing of Cock-eye Blacklock, 1902, http://www.readprint.com/work-5083/The-Passing-of-Cock-Eye-Blacklock-Frank-Norris
Jack London, Moon-Face, 1902; tr. it. Faccia di luna, in Jack London, La peste scarlatta e altri racconti, Milano : Sonzogno, 1956, pp.133-143.
J. A. Hammerton, Lands and peoples of the world, Dehli : Mittal, 1985, vol.3, p.907.
Earle Labor – Robert C. Leitz, introduzione a Jack London, The call of the Wild, White fang and other stories, Oxford : Oxford University Press, 1998, pp.xviii-xix.
Jan Harold Brunvand, Sarà vero? : leggende metropolitane da tutto il mondo, Milano : Pan, 2001, pp.40-41.
Barbara Mikkelson, Jeep at half the price, snopes.com, gennaio 2006, http://www.snopes.com/critters/cruelty/dynamite.asp